Patagonia e non solo

 

La Patagonia argentina con Buenos Aires e le Cascate di Iguazù

(La Patagonia argentina fino alla "Fine del Mondo": Ushuaia, la città più australe del pianeta e poi la penisola di Valdes con la sua grande colonia di elefanti marini e leoni marini, per proseguire fino a Punta Tombo dove si trova la più grande colonia al mondo di pinguini di Magellano e poi ancora il Parque Nacional de Los Glaciares, al cospetto della terza riserva d'acqua del pianeta: il Perito Moreno. Non poteva mancare la capitale dell' Argentina, la grande città metropolitana di Buenos Aires e per finire le magnifiche "Cataratas de Iguazù", le terze cascate Mal m odo dopo Niagara e Victoria.)

 

26 dicembre 2017 - 8 gennaio 2018

 

con Tours Service (Pianeta Patagonia)

 

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Patagonia Argentina: viaggio alla fine del mondo.
Tour nella sconfinata Patagonia Argentina da Ushuaia al Perito Moreno alla Penisola di Valdes.
Capodanno 2017 in Patagonia.pdf
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Patagonia, Iguazù & Buenos Aires capodanno 2017 (26 dicembre 2017 8 gennaio 2018)

 

Quest’anno abbiamo scelto il “Sud America”!  Sfogliando i cataloghi dei vari tour operators, tra le numerose destinazioni, abbiamo deciso  per il capodanno in “Patagonia” con www.tours.it (Tours Service – Pianeta Patagonia).

 

www.welcomeargentina.com

 

26 dicembre 2017 (Milano – Roma (I) – Buenos Aires (Ar) in aereo km 11.600)

 

“Patagonia Argentina ormai da circa una ventina di giorni Luca ed io non pensavamo ad altro! Finalmente, dopo averlo tanto desiderato, non so come, forse per ostinazione o determinazione, siamo riusciti a prenotare quasi all’ultimo momento un viaggio verso quelle terre che ci avevano fatto tanto sognare e fantasticare su scenari tutti da scoprire ma che gli impegni di lavoro non ci avevano permesso di pianificare con largo anticipo. Personalmente sono stata molto contenta di partire il giorno di Santo Stefano perché così il giorno di  Natale lo abbiamo trascorso in famiglia con il nostro meraviglioso nipotino Filippo di quattordici mesi  che proprio quel giorno ha camminato per la prima volta. Correva per tutta la casa, cadeva e si rialzava deciso con quel sorriso e quello sguardo soddisfatto per la conquista appena raggiunta che non  ho potuto far a meno di riempirlo di teneri  baci per l’emozione e la gioia  che ho provato! Siamo partiti dall’aeroporto di Milano-Linate alle 14,00 con destinazione Roma-Fiumicino”, il gruppo era composto da diciotto persone che ovviamente non conoscevamo. Arrivati a Roma, abbiamo incontrato la nostra accompagnatrice di nome “Leonetta”, ragazza giovane e competente che ha saputo ben gestire il viaggio e i viaggiatori con grande professionalità. Finalmente dopo le consuete attese e formalità, alle 18,15 ci imbarchiamo su un volo “Aerolineas Argentinas” www.aerolineas.com con destinazione “Buenos Aires” ed inizia l’avventura. Il volo è lungo ma fortunatamente viaggiamo di notte e possiamo dormire…. per quanto possibile….! Durante il volo incomincio a rilassarmi e scompaiono i segni dello stress del super lavoro che tutti gli anni, ogni volta, precede la chiusura degli uffici! Anche Luca si rilassa, stiamo per realizzare uno dei tanti tours dei nostri sogni…… Il viaggio è itinerante e voleremo con la bellezza di dieci aerei che ci porteranno da nord a sud e da est a ovest in questo meraviglioso paese dalle terre sconfinate e selvagge.

 

27 dicembre 2017 (Buenos Aires in bus km 60)

 

Alle cinque del mattino circa, arriviamo a destinazione all’aeroporto internazionale “Ezeiza” di Buenos Aires con un atterraggio perfetto! Dopo il ritiro dei bagagli e il controllo dei passaporti oltre il  rilievo delle  impronte digitali più foto segnaletica, usciamo dall’aeroporto e troviamo ad attenderci la guida locale “Gianni” un tipetto piuttosto originale nei modi di fare. Con il nostro bus privato, dopo circa un’ora di viaggio, raggiungiamo l’Hotel Savoy www.savoyhotel.com.ar che si trova in centro e  dopo una buona colazione e una rinfrescata che ci rende più belli e profumati siamo pronti per visitare la città. Qui è estate, e subito ci si abitua dimenticando il freddo dell’inverno che ci siamo lasciati alle spalle. Il tour della città di Buenos Aires www.buenosaires.gob.ar prevede la visita alla basilica dedicata a “Nuestra Señora del Pilar” che fu inaugurata nel 1732 e dichiarata Monumento Storico Nazionale nel 1942; la “tomba di Evita Peròn” che giace nel cimitero situato in città ma che come si legge in un interessante articolo del “Milano today”,  per 13 anni e cioè dal 1957 al 1970 riposò nel cimitero Musocco di Milano dove ancora oggi si trova una lapide a lei dedicata; ”Plaza de Mayo” che è la piazza principale di Buenos Aires e fu costruita nel 1580. Qui si trovano alcuni degli edifici civili e religiosi più importanti della città come: il “Cabildo” che è uno storico edificio pubblico, sorto in epoca coloniale durante l’impero Spagnolo, dichiarato monumento nazionale nel 1933 ed oggi adibito a museo storico;  la  “Casa Rosada”, anch’essa monumento storico e sede del Governo Nazionale con il museo che espone gli oggetti  legati alla storia del paese e dei suoi presidenti; il “Banco de la Nación Argentina”, la  “Catedral Metropolitan” che è la principale chiesa cattolica della città  e “Puerto Madero” quartiere nuovo molto signorile con  palazzi modernissimi e lussuosissimi, situato sulla riva del fiume “Rio de la Plata” considerato il fiume più largo del mondo. Chiamato anche  “Rio della Plata” esso è l'estuario formato dai fiumi  “Uruguay e Paraná”, una rientranza a forma di cono lunga 290 chilometri che segna i confini tra Argentina ed Uruguay. Il punto in cui i due fiumi si incontrano è largo più o meno 48 km e diventa di circa 220 Km quando sfocia nell'oceano Atlantico. L’ultima tappa del tour giornaliero è il famoso quartiere: “La Boca” meglio conosciuto come “Il Caminito” dove gli Italiani emigrati si sono stabiliti negli anni dei nostri padri ed antenati. Qui arte e Tango spiccano da ogni parte, purtroppo però in una realtà di degrado urbano dove è raccomandato vivamente non recarcisi dalle 5 del pomeriggio alle 10 del mattino. Rientriamo in albergo in tempo per una doccia, poi ci attende una serata in un locale tipico argentino con cena: il Café de Los Angelitos www.cafedelosangelitos.com con bellissimo spettacolo di Tango eseguito da artisti e cantanti di eccellente bravura.  

 

28 dicembre 2017 (Buenos Aires a piedi km 13)

 

Oggi abbiamo la giornata libera e possiamo esplorare la città a piedi come meglio ci piace. Il tempo è bello e ancora non fa caldo, sono quasi le otto del mattino ma sappiamo bene che tra non molto il sole farà capolino ed il caldo ci farà soffrire! Facciamo la nostra bella e abbondante colazione in albergo e usciamo. Luca (beato lui…!!) ha il navigatore inserito nella sua testa e mi porta a spasso per la city con invidiabile naturalezza…….come se fosse a casa sua!!! Visitiamo per prima una famosissima biblioteca della città, la sua insegna recita         “EL ATENEO”, era un  teatro vero e proprio il cui interno è rimasto nella sua forma originale. Spettacolari sono i palchi dorati posti di fronte ed ai lati del palcoscenico con i  ricchi tendaggi i lampadari e quant’altro. Nelle zone della platea e dell’orchestra si trovano gli scaffali pieni di libri e di musica di tutti i generi da vendere. L’atmosfera accogliente che si percepisce entrando, esalta ancora di più questa meraviglia. Usciamo e proseguiamo il nostro tour verso “Plaza San Martin” nel quartiere “Retiro” nel centro di Buenos Aires. Qui troviamo un ampio parco verde con viali alberati, dove si può passeggiare fuori dal caos metropolitano. Intorno al parco sorgono edifici molto eleganti e in più c’è la frequentata via dello shopping: Calle Florida. In piazza, possiamo ammirare il monumento dedicato ai caduti nella guerra delle Falkland: “Los Caidos de Malvinas” mentre nel centro del parco possiamo ammirare la “Torre Monumental” alta 75 m, rossa e bianca con un grande orologio e una guglia alla sommità. Fu donata alla città dalla comunità inglese di Buenos Aires nel 1810. Fin dal giorno prima, spostandoci in città con il nostro bus privato, avevamo notato quanto caos automobilistico ci fosse! Automezzi di ogni genere circolano per le strade muovendosi a passo d’uomo e a tutte le ore, ma qui, non sentono la necessità di intervenire per migliorare l’aria satura dall’inquinamento dei gas di scarico. Abbiamo anche notato che pur essendo una bella città, lo stato dei marciapiedi è alquanto disastrato e si rischia di cadere perché spesso mancano le piastrelline con cui sono fatti. Un’altra cosa che non pensavo di vedere sono le tante famiglie con bimbi piccolissimi che vivono in strada e chiedono l’elemosina. Hanno magari un carrello della spesa che funge da diciamo così guardaroba e stanno lì per terra coi loro bimbi seminudi e sporchi. Ho ancora adesso i brividi ma ho chiesto spiegazione e sembrerebbe che nonostante le istituzioni offrano loro aiuti e sussidi, questi preferiscano vivere in quello stato! Continua il nostro cammino verso il quartiere “Porto Madero” zona nuova e ricca! E’ ormai ora di pranzo e ci fermiamo in un ristorantino niente male situato lungo un canale del fiume “Rio de la Plata” e qui, mangiamo e ci riposiamo dal lungo cammino. Dopo il buon pranzetto, che in Argentina non è a buon mercato giacché è alta stagione e tutto costa di più, entriamo nella vicinissima “Riserva Ecologica Costa Nera Sur” (GPS= S=34°35'55,00" O=58°21'42,00" 5 m s.l.m.) un territorio palustre, sul quale si estende questa riserva naturale di 350 ettari che costeggia il grandissimo fiume citato poco fa. La riserva è meta di visite guidate, di pic-nic e di passeggiate a piedi o in bicicletta. Da novembre a marzo chiude alle ore 19,00. Una vera oasi nella città! Camminare lungo tutto il percorso, dall’ingresso nord a quello sud a piedi è bella lunga. Sono più di 4 chilometri, ma io non lo sapevo e ad un certo punto, a metà strada, comincio a domandarmi quando mai raggiungeremo questo tanto desiderato ingresso opposto visto il caldo opprimente e il disagio di non avere indossato scarpe adatte per camminare su questo genere di terreno. Confesso che un po’ gliele ho tirate a Luca (…..e dai caspiterina……i miei sandali….!!) Però il posto è meraviglioso ed è valsa la pena visitarlo. Alla fine del pomeriggio il nostro GPS ci informava che avevamo camminato per 13 chilometri ed allora si è deciso di tornare in hotel con un taxi perché dalla nostra posizione ci volevano altri 6-7 chilometri per raggiungerlo. Dopo una magnifica doccia rigenerante, cena in un localino tipico a base di “Asado” e “Enpanada” e poi rientro perché il giorno dopo si partirà di buon ora per raggiungere la città di “Trelew”. Da questa località avrà inizio il viaggio selvaggio nelle sconfinate terre argentine.

 

29 dicembre 2017 (in bus a Buenos Aires km 30, Buenos Aires – Trelew in aereo km 1.100, Punta Tombo – Puerto Madryn in bus km 320 e a piedi a Punta Tombo km 3,5)

 

Bene, come dicevo, ci siamo svegliati alle 4,30 del mattino per partire alle 5,30 dall’albergo con il bus ed andare all’aeroporto. L’aereo parte alle 8,20, ed arriva all’aeroporto di Trelew alle 10,20; siamo nella “provincia di Chubut”. Da qui, si sale sul bus e si parte in direzione “Punta Tombo”, (località situata sulla costa dell’ “Oceano Atlantico”) per raggiungere il parco nazionale www.puntatombo.com dove vivono indisturbati, nel loro habitat naturale: i “pinguini Magellano”,  i leoni marini e gli elefanti marini. La guida che ci ha accolto all’aeroporto e ci ha accompagnati per due giorni si chiama Giancarlo, geologo e naturalista esperto del territorio. Un uomo sulla quarantina, nativo del luogo, con un abbigliamento molto simile a quello di Indiana Jones (compreso il cappello) e con una passione ed amore per il suo lavoro che riesce a trasmettere con grande professionalità e simpatia a tutto il gruppo. Il viaggio in bus è durato all’incirca due ore ed abbiamo avuto modo di ammirare la steppa sconfinata che man mano diventava sempre più arida per via dell’acqua che scarseggiava sempre più allontanandoci dal punto di partenza. Giancarlo ci raccontava che quasi tutte le “estancias” cioè le fattorie, hanno terreni con un’estensione di 1500 kilometri quadrati circa e che ci sono tre/quattro pecore ogni 100 ettari, ecco perché è raro vederle al pascolo. Sembra quasi che di pecore non ce ne siano ma in realtà ci sono e sono molto importanti per l’economia del paese. Ci ha raccontato anche con tanto di mimica facciale e gestuale la modalità con cui avviene ancora oggi la castrazione dei piccoli agnellini dove, una persona preposta per questo lavoro, castra questi poverini strappando loro letteralmente i testicoli con i propri denti dopo avere fatto un’incisione alla base degli stessi per mezzo di un coltello molto tagliente, oppure, apponendo intorno ad essi un laccio legato in modo molto stretto, per provocarne dopo alcuni giorni la necrosi e quindi la caduta degli stessi……… il tutto accompagnato da febbre e dolore. Tutto il gruppo è rimasto sconcertato da questa “barbara” usanza ed abbiamo proposto soluzioni alternative  non dolorose purtroppo però senza alcuna considerazione da parte sua poiché questa è l’usanza e non si cambia!!! Ogni tanto, lungo la strada, avvistavamo gruppi di “Guanachi”, bellissimi esemplari di mammiferi dal corpo snello ed il collo lungo, alti all’incirca un paio di metri, appartenenti alla famiglia dei Lama che vivono allo stato selvatico. Dopo la storia sulle pecore, la guida ci parla degli elefanti e dei leoni marini curando molto meticolosamente la descrizione delle tattiche del corteggiamento, delle lotte tra gli esemplari maschi per la predominanza, della riproduzione e delle migrazioni verso altre destinazioni ed il ritorno dopo lunghi mesi dall’esodo. L’argomento è molto interessante e cattura l’attenzione di tutto il gruppo che ascolta incuriosito e chiede ulteriori informazioni. Arriviamo verso le 12,30 all’ingresso del parco nazionale, qui ci si ferma e pranziamo nel ristorante, dove mangiamo pesce pescato con contorno di lenticchie e dessert, poi via per l’esplorazione del parco naturale. (Ingresso parco e ristorante a “Punta Tombo” con “Centro Visitatori” (GPS= S=44°02'42,80" O=65°14'35,20" 0 m s.l.m.). Il percorso ben tracciato e costituito da passerelle di legno poste su un territorio molto esteso ed asciutto ci porta verso il  mare ma, prima di vederlo, bisogna percorrere almeno un paio di chilometri a piedi. Questa lunga camminata, ci regala emozioni e divertimento perché si rimane subito affascinati dalla presenza dei “pinguini Magellano” che camminano, corrono e attraversano anche il percorso obbligato sul quale stiamo camminando. Io li trovo meravigliosamente buffi e curiosi. Sono bellissimi! Molti dei pinguini presenti, in posizione eretta o supina, restano indifferenti di fronte alla nostra presenza e si lasciano fotografare senza fare una piega. Altri invece sono impegnati perché accudiscono i loro pulcini con tanto amore, li nutrono e li coccolano con  effusioni affettuose e premurose. Possiamo osservare i pinguini sia dentro che fuori dalle loro tane scavate appena sotto la superficie del suolo. Strada facendo, scattiamo innumerevoli fotografie e filmiamo le scene finché non raggiungiamo la costa. Qui in riva al mare troviamo la colonia dei pinguini che hanno una vitalità eccezionale e ti regalano una spettacolo divertentissimo mentre corrono goffamente e si tuffano nell’acqua saltando tra le onde dell’oceano. Sotto l’aspetto dell’approvvigionamento del cibo, i pinguini che hanno la loro tana nell’entroterra hanno vita dura! Essi, infatti, sono svantaggiati rispetto a quelli che stanziano sulla costa perché devono: camminare parecchio per raggiungere il mare; prendere il cibo; ritornare nella loro tana e sfamare i pulcini i quali non vedono l’ora di mangiare. Tutto questo richiede molta ma molta fatica! Il parco è grande e pieno di angoli, dove possiamo scorgerli mentre giocano in riva o nel mare e così noi tutti continuiamo a filmare e scattare foto ma ad un certo punto ci fanno notare che ormai è tardi e si deve tornare al bus. Che dire? E stata una bellissima esperienza…….. io ho avuto la sensazione di trovarmi uno di quei documentari che si vedono in televisione! Arrivati all’Hotel Villa Piren www.hotelpiren.com.ar , a “Puerto Madryn” (piccola cittadina di mare, un po’ caotica per via del traffico), dopo avere preso possesso della stanza e fatto una bella doccia rigenerante, su consiglio di Giancarlo (la nostra guida), andiamo a cenare al ristorante “Cantina El Nautico” www.cantinaelnautico.com.ar sul lungo mare non molto distante dall’albergo con cucina tipica argentina. Qui abbiamo gustato un’ottima cenetta a base di pesce e bevuto un ottimo vino bianco Chardonnay argentino così buono e fresco al punto giusto che però mi ha dato subito alla testa pur avendone assaggiato solo due dita  ed avendo già mangiato l’antipasto. Quando il vino mi fa questo effetto, non posso fare a meno di ridere ma chi mi sta vicino ne resta contagiato e così ridiamo tutti, anche se, in rispetto del luogo in cui ci troviamo, cerco di nascondere la situazione imbarazzante per me ma divertente per chi mi sta intorno.

 

30 dicembre 2017 (La penisola di Valdes in bus km 380 e in barca km 15,5)

 

Seconda giornata di tour con la nostra guida Giancarlo! La destinazione di oggi ci conduce alla “Penìnsula Valdés” www.peninsulavaldes.org.ar che ha una estensione di ben 3650 kmq ed è quasi completamente di proprietà di un allevatore d’origine italiana il cui cognome è Ferro. E’ situata lungo la costa atlantica nella “Provincia di Chubut”, ed ha un solo villaggio abitato Puerto Pirámides”. È un'importante riserva naturale e nel 1999 è stata inserita dall'UNESCO nel Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Partiamo dall’albergo di buon’ora a bordo del nostro bus privato. Il paesaggio che vediamo dai finestrini è quasi  uguale a quello del giorno prima ed anche qui possiamo vedere di tanto in tanto pecore al pascolo e gruppi di guanachi. Dopo quasi meno di un’ora, raggiungiamo il “Centro Visite” del parco situato in pratica nel nulla, dove abbiamo visto lo scheletro della balena Franca Australe e le varie tipologie della fauna esistente sulla penisola. Riprendiamo il viaggio in direzione costa orientale. Intanto la nostra guida ci spiega che la maggior parte della penisola è costituita da terreno arido e da qualche lago salato. Il più grande di questi laghi si trova ad un'altitudine a circa 40 metri sotto il livello del mare; il punto più basso dell'Argentina e di tutto il Sudamerica! L'interno della penisola è abitato da nandù (grossi uccelli appartenenti alla famiglia degli struzioniformi), guanachi e maras (lepre della Patagonia). Nella penisola è presente anche una grande varietà di uccelli: almeno 181 specie, 66 delle quali migratorie che  vivono nella regione, incluso anche  il piccione Antartico. Giancarlo, già dal giorno prima sul bus, ci aveva parlato dei mammiferi marini quali: il leone marino sudamericano, l'elefante marino e la foca sudamericana che vivono sulla costa della penisola ma oggi, ha  spiegato in modo molto più dettagliato il comportamento del maschio predominante, dei maschi detti “periferici” e della loro riproduzione. Tra i mammiferi, nel periodo fra Maggio e Dicembre, troviamo anche la “Balena Franca Australe” che grazie alle acque tiepide migra in queste zone per l'accoppiamento ed il parto. Essa può essere avvistata nel Golfo Nuevo e nel Golfo San José.  Anche l'orca è visibile lungo la costa, nel mare aperto oltre la penisola. Percorrendo delle strade sterrate raggiungiamo “Fondeadero Caleta” e qui in un ambiente marino spettacolare vediamo ancora una volta una numerosa colonia di pinguini sempre della specie “Magellano”. Dopo avere bene perlustrato il luogo, fotografato e filmato, il più possibile come per catturare al meglio le immagini e le emozioni percepite, risaliamo sul bus alla volta “Punta Delgada” passando da “Punta Candor” dove a causa delle mareggiate la conformazione della costa cambia considerevolmente ed abbastanza frequentemente. Arrivati a Punta Delgada www.puntadelgada.com vediamo in lontananza gli elefanti marini, tutti ammassati sugli scogli. Sono tantissimi! Dal piazzale, passiamo davanti al “Faro di Punta Delgada” e scendiamo giù lungo il percorso scalinato per raggiungere la riva e per osservare più da vicino questi animali enormi che stanno lì, belli pacifici, e di tanto in tanto, si agitano e si spostano faticosamente visto il loro peso considerevole. Intanto, sono arrivate le ore 12,30 per cui andiamo tutti a pranzo in un ristorante proprio lì a “Punta Delgada” per mangiare il tipico “Asado” cioè la grigliata di carne prevalentemente di agnello, in piacevole compagnia visto che il gruppo è oramai ben affiatato. Riprendiamo il nostro tour e questa volta raggiungiamo l’unico villaggio abitato della penisola “Puerto Piràmides”. E’ un villaggio piccolissimo ma molto carino con una bella spiaggia di sabbia dorata davanti al paesino, piena di turisti argentini, perché per loro è periodo di ferie estive. In spiaggia ci aspetta una barca www.titobotazzi.com.ar sulla quale saliamo e via……. a tutta birra……. lungo la costa, dove, accompagnati dai delfini che saltano a destra e sinistra dell’imbarcazione  incantandoci con la loro grazia e bellezza, raggiungiamo una scogliera prevalentemente piatta che affiora appena appena dall’acqua del mare sulla quale ci vivono tantissimi leoni marini. Riusciamo a vederli molto bene ed effettivamente le sembianze sono proprio quelle dei leoni. Il maschio ha la criniera ed è imponente, proprio come il leone terrestre. Mentre li osserviamo e li fotografiamo, improvvisamente quasi tutti i leoni si alzano e si lanciano in mare come una folla impazzita che scappa chissà da cosa. Ovviamente, tutti abbiamo filmato o almeno abbiamo cercato di farlo al meglio possibile poichè il mare mosso comprometteva la nostra stabilità a bordo della barca. Intanto, anche gli uccelli marini volavano intorno a noi, sembrava quasi che volessero essere loro le star da fotografare. La giornata è stata fantastica sotto ogni punto di vista! Anche il tempo è stato sempre bello fin dall’inizio del viaggio, anche se le previsioni dicevano il contrario. L’escursione è durata poco più di un’ora. Rientrati al nostro albergo sempre a “Puerto Madryn”, decidiamo di cercare e comprare un oggetto tipico della “Patagonia” il “Mate Calabaza” che è un contenitore realizzato con la zucca essiccata e ricoperto all’esterno da legno o metallo, nel quale si versa dell'acqua calda ma non bollente e si aggiungono le foglie di “yerba MATE” (in pratica come fare il the). La bevanda è assunta attraverso l'uso di una particolare cannuccia chiamata “bombilla”. Per loro questo è un rito irrinunciabile (come lo è per noi il caffè) e frequentemente si vedono le persone passeggiare con il contenitore a portata di mano pieno della bevanda sempre pronta da bere. Questa erba ha molte proprietà benefiche ma anche delle controindicazioni; su internet si può saperne di più. Ceniamo presso il ristorante “Malon” che si trova vicinissimo al nostro hotel – Hotel  Villa Piren www.hotelpiren.com.ar e poi prepariamo nuovamente le valige perché il mattino seguente si riprende l’aereo per andare ad “Ushuaia” la città più a sud del mondo, sull’isola grande, nella terra dei fuochi.

 

31 dicembre 2017 (Puerto Madryn – Trelew in bus km 63, Trelew – Ushuaia (Terra del Fuoco) in aereo km 1.300, Ushuaia i bus km 13 e la navigazione nel Canale di Beagle in barca km 39)

 

Decolliamo da “Trelew” alle 11,00 circa e mentre viaggiamo verso Ushuaia, dal finestrino dell’aereo si vede un paesaggio vastissimo, inabitato, stepposo e poco verdeggiante. Ogni tanto, laghi e fiumi! Man mano che ci avviciniamo alla destinazione appaiono montagne non molto elevate e coperte di neve oltre a numerosi laghetti di montagna. Poi, si vede la città! Sovrastata dalle nuvole che vanno e vengono, in questa città, che si trova alla fine del mondo della parte australe, si percepisce una magica atmosfera che l’avvolge rendendola quasi irreale. Alle 13,15, una volta atterrati all’aeroporto che è in sostanza in città, la nostra guida ci accoglie e con il nostro bus raggiungiamo il centro della cittadina che ha ben 80.000 abitanti. “Ushuaia” si trova sulla costa sud della “Isla Grande de Tierra del Fuego”. Qui la temperatura qui non è calda per niente, siamo in piena estate e ci sono appena 4 gradi. Il clima non è mai stabile ora piove, ora nevica ora esce un po’ di sole e non c’è molta differenza di temperatura tra l’estate e l’inverno; l’unica differenza sono le ore di luce che in inverno sono poche e in estate sono tante. Abbiamo tempo per pranzare in uno dei tantissimi ristoranti e fast food (Ristorante Andino) presenti in città e possiamo constatare che questa è una località molto turistica visto che le strade sono piene di gente che arriva da ogni parte del mondo. Tra i vari negozi di abbigliamento, souvenir ecc. ecc. troviamo l’Hard Rock Cafè e qui per me la fermata è d’obbligo. Il gruppo si ricompatta verso le tre del pomeriggio per andare a prendere il battello con il quale navigheremo sul “Canale di Beagle” ma prima, la nostra guida ci accompagna all’Ufficio Turistico per far apporre sui nostri passaporti due timbri speciali che attestano il nostro ingresso e recitano: “Puerta de entrada a la Antàrtida” e “Antàrtida”. Il “Canale di Beagle” è lungo 240 Km e separa l’isola grande dove si trova Ushuaia dalle altre isole più piccole. E’ una delle tre strade navigabili che collegano l’“Oceano Atlantico” con l’”Oceano Pacifico”. Alle 16,00 partiamo (imbarco: (GPS= S=54°48'28,00" O=68°18'12,90" 0 m s.l.m.)) per la nostra prima tappa che è l’”Isola Bridges” ma prima di raggiungerla ci avviciniamo ad altre isole dell’”Arcipelago di Alicia” dove possiamo ammirare colonie di splendidi cormorani di Magellano e di cormorani Imperiali nonché colonie di leoni marini. Il battello si avvicina il più possibile per permetterci di fotografare e grazie anche alle acque calme, non curanti del freddo, ci scateniamo tutti per dare il meglio di noi nel fotografare e filmare queste meraviglie. Raggiungiamo anche il famosissimo faro “Les Eclaireurs” che gli argentini chiamano “Faro del fin del mundo” dove affondò il vascello Mount Cervantes nel 1930. Arrivati sull’”Isola di Bridges”, scendiamo tutti a terra per un’escursione e da qui possiamo ammirare la particolare flora esistente, le tante isole circostanti e le coste del “Cile”.

L’escursione in battello (con Catamaranes Canoero http://hotelyamanas.com.ar/excursiones/) finisce dopo circa tre ore, sono già quasi le sette di sera e ci rechiamo al nostro albergo posto a monte della città Hotel Los Acebos www.losacebos.com.ar. Nella nostra camera c’è una finestra enorme che si affaccia sulla città e fa da cornice alla splendida baia illuminata dal sole. La vista panoramica è a dir poco spettacolare…….! Oggi è la fine dell’anno e per festeggiare in piacevole compagnia tutto il gruppo cenerà presso l’albergo poco distante da quello in cui alloggiamo, l’Hotel Las Hayas www.lashayas.com.ar dove è stata organizzata una cena regale con musica e balli divertenti il tutto in un salone grandissimo le cui pareti sono fatte di ampie vetrate che guardano la baia ed il bosco circostante.

 

1 gennaio 2018 (Ushuaia e il Parque Nacional Tierra del Fuego in bus km 50, a piedi sui sentieri del parco km 12 e a piedi al ghiacciaio km 9,5)

 

Dopo la bella serata trascorsa a festeggiare il nuovo anno, questa mattina di buon’ora,  con il bus privato, partiamo dall’albergo per un’escursione  a piedi di mezza giornata nel “Parque Nacional Tierra del Fuego”  www.parquesnacionales.gov.ar a circa 10 km da Ushuaia. Per l’ingresso è necessario prima ottenere dei permessi che la nostra guida richiede e ottiene subito presso gli uffici situati all’ingresso del parco stesso (GPS= S=54°50'05,60" O=68°26'47,80" 130 m s.l.m.) dopo di che, si prosegue con il bus ancora per qualche kilometro. Il breve percorso dentro il parco mostra già la sua peculiarità! Si scende dal bus e proseguiamo a piedi su un comodo sentiero in mezzo ai boschi fino a raggiungere il “Mirador Bahia La Pataia” per scattare qualche foto e poi si prosegue fin dove finisce la “Ruta 3” (GPS= S=54°51'18,90" O=68°34'35,90" 10 m s.l.m.) . Da qui si prosegue camminando su una passerella di legno che conduce a un altro punto panoramico sulla “Bahia Lapataia”. Il parco è molto vasto e ovviamente noi possiamo visitarne solo una piccola parte ma è sufficiente per apprezzare la bellezza della sua natura selvaggia. C’è anche l’Ufficio Postale della Fine del Mondo (GPS= S=54°50'05,60" O=68°26'47,80" 0 m s.l.m.) gestito da un anziano signore un po’ caratteriale che apre e chiude quando gli pare. Oggi purtroppo è chiuso! Mi sono chiesta perché l’isola è chiamata La “Terra Dei Fuochi” poiché fa piuttosto freddo tutto l’anno. Mi hanno spiegato che sono stati gli esploratori di un tempo ad attribuirle questo nome perché navigando alla ricerca di nuove terre, vedevano tantissimi fuochi ardere sul terreno. Gli indigeni che abitavano in questa terra, erano nudi e per ripararsi dal freddo si spalmavano addosso del grasso animale e accendevano per l’appunto i fuochi. Dopo il pranzo nel Parque Nacional Tierra del Fuego presso il ristorante “Patagonia Mia Casa de tè-restaurant” www.patagoniamia.com, rientriamo in hotel e abbiamo il pomeriggio libero a nostra disposizione. Ognuno di noi decide come meglio trascorrerlo. C’è chi ha riposato, chi si è tuffato nello shopping sfrenato, chi invece come me e Luca ha pensato di non oziare e fare una bella scarpinata per raggiungere il Ghiacciaio, “Glaciar Luis Martial”. Insieme a Laura, una nostra compagna di viaggio, abbiamo preso il sentiero “Sendero Glaciar” https://www.welcomeargentina.com/ushuaia/glaciar_martial.html che parte proprio dal nostro albergo e ci siamo lanciati verso la meta. Dopo circa 30 minuti, siamo arrivati al piazzale che funge da parcheggio dove c’è il “Centro de montana Glaciar Luis Martial”  ed anche  la stazione della seggiovia (GPS= S=54°48'18,50" O=68°21'08,40" 200 m s.l.m.) che serve le piste da sci. Non ci è stato possibile percorrere tutto il tragitto ed arrivare al ghiacciaio, ma siamo arrivati soltanto al nevaio (GPS= S=54°47'11,80" O=68°23'42,90" 655m s.l.m.), in quanto il percorso richiedeva ancora circa un’ora e noi non avevamo tutto quel tempo; però ci siamo divertiti rotolandoci sulla neve! Tra andata e ritorno abbiamo percorso 9,5 km con un dislivello di 500 m e per pochi minuti ha perfino nevicato. Le numerose montagne che circondano Ushuaia sono ricche di sentieri e sicuramente vale la pena esplorarle facendo qualche escursione. Questa sera insieme ad altre sei persone del gruppo che ormai è molto ben affiatato e sereno,  andiamo in città al ristorante “La Cantina Fueguina” www.lacantinafueguina.com per mangiare la specialità locale: “la granceola” che è una particolare varietà di crostacei simile al granchio ma contraddistinta da zampe molto più lunghe, cucinata ottimamente e con una varietà di ricette considerevole. Grazie ai taxi che in città sono numerosissimi ed efficienti, torniamo in albergo sapendo che il giorno dopo si riprenderà l’aereo per raggiungere “El Calafate” situata a sud ovest dell’Argentina vicinissima al confine con il Cile dove troveremo gli enormi e spettacolari ghiacciai che alimentano il grandissimo Lago Argentino.

2 gennaio 2018 (in bus a Ushuaia km 13, Ushuaia – El Calafate (Parco dei ghiacciai) in aereo km 560, in fuoristrada al “Balcon de El Calafate” km 28)

 

Atterriamo ad El Calafate  www.elcalafate.tur.ar tra mezzogiorno e la una di pomeriggio, dopo circa un’ora e mezza di volo e subito con il nostro bus raggiungiamo l’albergo, Hotel Posada Los Alamos www.posadalosalamos.com molto bello ed anche  comodo in quanto vicino al centro e la città si può visitare tranquillamente a piedi. Decidiamo di uscire per andare a pranzo e siccome il posto è molto turistico, i locali non mancano. Troviamo subito un ristorantino, “La Lechuza” Avenida del Liberador (viale principale) che ci ispira e decidiamo di entrare. Inutile dirlo, tutto ciò che si mangia in Argentina è buono! Terminato il pranzo gironzoliamo per la città, visitiamo il piccolo Museo con la storia dei ghiacciai e poi ci perdiamo nei graziosi mercatini che vendono di tutto; dai souvenir, ai prodotti artigianali, ai prodotti artistici e quelli culinari. E che dire……quando sei in giro per lo shopping il tempo vola e così in un battibaleno è già sera. Per la sera, Leonetta e la guida locale hanno organizzato, per la parte del gruppo che aveva piacere di farlo, una simpatica escursione in jeep www.calafate.extremo.com.ar al “Balcòn de El Calafate” (GPS= S=50°22'51,90" O=72°17'13,50" 875 m s.l.m.), una località sulle alture della città dalla quale si gode di una bellissima  panoramica del magnifico “Lago Argentino” contornato dalle sue montagne innevate. La strada che conduce a questo luogo è alquanto tortuosa e non si deve soffrire la macchina, ma sinceramente, eravamo anche un bel po’ perplessi che il mezzo ce la potesse fare. A parte tutto, è valsa veramente la pena arrivare lassù per ammirare il grande lago e le sue montagne, i ghiacciai, i fiori che crescono timidamente ed essere abbracciati dalla dolce luce del tramonto. Mentre eravamo tutti impegnati a fotografare e percorrere qualche tratto di sentiero, il nostro autista, all’esterno del capanno rifugio (GPS= S=50°23'29,20" O=72°15'58,10" 685 m s.l.m.) poco distante e dove poi saremmo entrati, ci stava preparando la cena a base di carne e verdure grigliate, cotte  tutte al momento e stese su un bel paninone, accompagnato da  vino e coca cola. Sarà, ma era tutto buonissimo e tutti abbiamo fatto il bis e anche il tris! Il tragitto di rientro non ha creato problemi di nausee o quant’altro perché eravamo tutti piuttosto euforici. Sarà mica stato a causa del vino argentino……?!? Alle 21,00 siamo al nostro albergo molto soddisfatti per la bella serata trascorsa. Domani entriamo nel “Parque Nacional Los Glaciares” Patrimonio Mondiale dell’ Umanità www.losglaciares.com

 

3 gennaio 2018 (El Calafate e la navigazione sul Lago Argentino ai ghiacciai “Upsala & “Spegazzini” in catamarano km 128 – in bus 95 km – a piedi 5 km nella “Laguna Nimez”)

 

Questa mattina, alle 7,30 circa, con il bus lasciamo l’albergo e dopo un’ora di viaggio nella sconfinata steppa argentina, viaggiando quasi sempre accostati al Lago Argentino, raggiungiamo alle 8,20 l’imbarco (GPS= S=50°18'40,20" O=72°47'28,70" 190 m s.l.m.) dove saliremo sul catamarano per raggiungere due ghiacciai maestosi e spettacolari l”Upsala” e lo “Spegazzini” che si affacciano sul grandissimo lago. Le condizioni metereologiche non sono buone, infatti piove, c’è vento e fa freddo ma siamo ben equipaggiati quindi tutto questo non ci disturba più di tanto e poi qui, il tempo cambia molto rapidamente, quindi ci dobbiamo aspettare di tutto. Il lago come ho già detto prima è veramente molto grande e nella vastissima zona dei ghiacciai assume una forma molto irregolare poiché le sue acque si dividono. Per farci un’idea, possiamo immaginare che questi corsi d’acqua, a volte contorti, a volte lineari, siano come i rami degli alberi. Essi arrivano a toccare i numerosi ghiacciai del lago stesso e circondano le montagne formando anche degli isolotti. Il catamarano viaggia velocemente sul lago fino a raggiungere il ramo che ci condurrà al ghiacciaio “Upsala”. Man mano che ci avviciniamo alla meta cominciano ad apparire gli Iceberg che staccatisi dal fronte dello stesso, galleggiano andando alla deriva. A causa della pericolosità dovuta allo scarico frequente di enormi iceberg dal largo fronte dell’“Upsala” (GPS= S=50°05'05,50" O=73°15'13,40" 180 m s.l.m.), la navigazione è interdetta oltre un certo limite e per questo, ci fermiamo, dopo due ore di navigazione, nella “Baia Onelli”, dalla quale possiamo vedere benissimo la meraviglia della natura. Stupisce particolarmente l’enormità dell’estensione in lungo e in largo del ghiacciaio che occupa una superficie di 870 km² e si estende per una lunghezza di 60 km, ha  una larghezza di 10 km e le sue pareti raggiungono l'altezza di 60/80 metri. Anche questo ghiacciaio per effetti dovuti al riscaldamento globale, eventi geologici e climatici è in fase di contrazione. Il nome del ghiacciaio deriva dall'Università svedese di Uppsala che ha condotto la prima indagine glaciologica della regione nel XX secolo. Nel frattempo il tempo è notevolmente cambiato. Il sole splende e rende tutto bellissimo. Non possiamo fare altro che ammirare le strane forme degli iceberg che galleggiano sul lago ed i colori azzurri più o meno intensi del ghiaccio vivo secolare. Riprendiamo il tragitto ripercorrendo in parte il tratto dell’andata per poi virare in un altro ramo del lago il “Canal Spegazzini” dove vedremo appunto il ghiacciaio “Spegazzini” (GPS= S=50°14'34,50" O=73°19'46,60" 180 m s.l.m.) che raggiungiamo intorno a mezzogiorno. Il suo nome deriva dal botanico e micologo italo-argentino Carlo Luigi Spegazzini. Nel frattempo, prima di arrivare, pranziamo con una gustosa colazione al sacco. Con il catamarano è possibile avvicinarsi fin quasi ai piedi del ghiacciaio che è impressionante! Dico questo perché sebbene il fronte non sia largo come il precedente visto poco prima, esso è notevole rispetto agli altri ghiacciai della zona in quanto, nel centro, supera i 120 metri di altezza sul livello del lago ed essergli così vicino ti impressiona. Come tutte le altre persone presenti a bordo, agitate e ansiose di immortalare ogni cosa, anch’io fotografo e filmo quello che vedo sperando  di imprimere nelle immagini fotografiche  le emozioni, i colori e le sensazioni che provo nella mia anima. L’escursione, molto bella, giunge al termine per cui alle 14,30 attracchiamo e scendiamo dal catamarano per rientrare in albergo con il solito bus che ripercorre la strada dell’andata. Giunti nella nostra camera d’albergo, dopo una bella rinfrescata, Luca ed io ci prepariamo per uscire di nuovo e questa volta per conto nostro. Sì perché poco fuori dalla città di El Calafate è raggiungibile a piedi la “Laguna di Nimez” situata accanto al Lago Argentino.  Prima di recarci li però facciamo una scappatina in città perché devo acquistare la confettura di “mirtilli della Patagonia” che sono molto particolari e il “liquore di El Calafate”. L’ingresso alla Laguna di Nimez (GPS= S=50°19'41,90" O=72°16'05,30" 180 m s.l.m.) è gratuito ed il giro completo a piedi richiede circa un’ora e mezza o due dipende dal passo che si ha. Costituita da due laghetti separati e di differenti dimensioni, la superficie della laguna è situata ad un livello più basso rispetto a quello del Lago Argentino posto al loro fianco ma questo non si nota finché non sali sul terrapieno ed oltrepassi la recinzione che separa i bacini d’acqua. Comunque, tornando alla laguna, dicevo che si può fare tranquillamente il giro completo dei due laghetti percorrendo un percorso creato allo scopo. Ci si ritrova immersi nella natura selvaggia di una flora multicolore e profumata ma lo spettacolo sono i numerosi fenicotteri rosa che hanno scelto questo luogo come dimora. Sono davvero tantissimi, tranquilli, intenti a cibarsi e giocare nelle calme acque lacustri e nel silenzio di questo luogo selvaggio. Di tanto in tanto emettono un suono di richiamo e si alzano in volo a stormi, svolazzando di qua e di là per cambiare posto e riprendere quello che stavano facendo prima di spostarsi. Ci siamo dilungati un pochino nel visitare questo luogo perché è proprio incantevole, ma ormai è ora di rientrare, infatti sono già quasi le sette di sera e ci dobbiamo preparare perché abbiamo deciso di cenare al ristorante dell’albergo “La Posta” che ci ospita perché la sala ci sembra intima ed accogliente e poi il menù è molto invitante. Domani, grandissima escursione, visiteremo il luogo più gettonato, attrazione principale di questo viaggio!

 

4 gennaio 2018 (El Calafate  e il ghiacciaio “Perito Moreno” in bus km 160 – a piedi sulle passerelle 3,5 km)

 

La cena di ieri sera in albergo è stata ottima! Ci siamo complimentati per la scelta azzeccata!

Oggi ci prepariamo per vedere quello che da anni Luca sogna di vedere con i propri occhi………il “ghiacciaio Perito Moreno”. Il ghiacciaio più grande del mondo! Esso si estende per 250 km² e per 30 chilometri in lunghezza. Il suo fronte è formato da una lingua anteriore lunga circa 5 km che si erge per oltre 60 m sul lago Argentino. Ha un avanzamento di circa 2 metri al giorno ed è la terza riserva idrica d’acqua dolce del mondo. Si parte con il bus dall’albergo alle nove di mattina con arrivo previsto alle ore undici. Anche oggi il tempo sembra non aiutarci c’è il vento, fa freddo e a volte piove ma forse prima di arrivare potrebbe cambiare. Infatti, succede proprio così! La nostra guida “Picci” italiana d’origine (come tantissimi argentini) che ci ha accompagnati anche nell’escursione di ieri, lungo il tragitto, con la sua particolare dolcezza, ci parla delle caratteristiche dei ghiacciai e del territorio; parla soprattutto della gente che profondamente legata a queste terre, vive qui nonostante esse siano poco ospitali per via delle condizioni climatiche e dell’immensa steppa dove quasi nulla cresce; per non parlare poi dalle enormi distanze che separano i rari centri abitati. Stiamo per arrivare, mancano circa 7 km quando Picci ci avvisa che tra pochissimo, subito dopo la curva che si presenta davanti a noi, vedremo un panorama mozzafiato. Infatti, ecco apparire il fronte del versante Sud/Est del ghiacciaio!   Immenso!!!…….. Spettacolare!!!!!………. Quasi irreale!!! Davanti a questo scenario si è elevato coro di: “oooohhhh!!!!!!!!!” per la grande bellissima sorpresa inaspettata. Ci siamo fermati per una breve sosta fotografica al punto panoramico “Curva de los Suspiros” (GPS= S=50°29'10,00" O=72°57'58,10" 240 m s.l.m.) e poi abbiamo ripreso il tragitto. Verso le undici arriviamo a destinazione, dove c’è il visitor center ed il parcheggio. Dal punto di arrivo inizia un percorso costituito da passerelle (GPS= S=50°28'09,40" O=73°01'46,80" 305 m s.l.m.) e scalini che si suddivide in tre sentieri denominati: “Paseo del Bosco”, “Paseo Inferior” e “Paseo della Costa” ed ad ognuno di questi è stato attribuito un colore. Ci sono anche connessioni fra i sentieri per cui volendo si può cambiare percorso. Iniziamo la discesa lungo il sentiero, il tempo comincia a peggiorare ed inizia a piovigginare. Incuranti della pioggia, mentre camminiamo, si incomincia a vedere questa meraviglia di ghiacciaio e lo si vede proprio da molto vicino. Siamo nella parte, dove sono ben visibili entrambi i versanti opposti tra loro, quindi, sul lato sinistro vediamo una parte del fronte che avevamo visto per intero dal punto panoramico dove avevamo sostato, mentre sul lato destro si vede l’inizio del fronte opposto e che meglio si vedrà  in tutta la sua estensione percorrendo i sentieri. Nel punto in cui ci troviamo ora, quindi sulla montagna difronte ai due fronti opposti del ghiacciaio, le acque del lago che ci separano sono costituite da grossi blocchi di ghiaccio. Ogni tanto, un boato precede la caduta di un iceberg nelle acque gelide ma non sempre si riesce ad individuare il punto preciso del distacco. Proseguiamo il nostro percorso in ogni direzione possibile per vedere il ghiacciaio più grande e famoso del mondo da ogni parte possibile. Grazie al cielo il tempo migliora e possiamo scattare delle bellissime foto e realizzare dei filmati che poi metteremo sul nostro sito. Anche qui il tempo vola, è quasi la una e bisogna andare a pranzo con il bus ma Luca ed io preferiamo raggiungerlo a piedi per goderci fino in fondo il sentiero che ci porterà dritti al ristorante ma ci permetterà di camminare sulla costa del lago con alle spalle lo sfondo maestoso del ghiacciaio. Alle 13,00 raggiungiamo il ristorante ma il bus non è ancora arrivato così ci riposiamo un po’ mentre attendiamo il resto del gruppo. Il ristorante “Nativos” (GPS= S=50°27'44,80" O=73°01'29,30" 200 m s.l.m.) dove si pranza, ha una splendida vista sul lago e sul ghiacciaio. Mentre stiamo mangiando una delle tipiche zuppe calde di cereali con la carne, arriva e si ferma su una delle sue enormi vetrate un rapace grandissimo che resta lì per un bel po’ facendo scatenare tutti quanti che accorrono per fotografarlo…….esso nel frattempo, lascia fare e rimane tranquillo! Verso le 15,30 si parte con destinazione albergo, siamo tutti un po’ stanchi ma molto soddisfatti della bellissima esperienza. Qualcuno ha voluto scendere dal bus per andare al “Museo Glaciarium” www.glaciarium.com che si trova lungo la strada del rientro dove poi, per tornare in albergo in città, c’è a disposizione un servizio di navetta. Per la sera, d’accordo con il gruppo, abbiamo deciso di cenare tutti insieme presso l’altro ristorante dell’albergo: “ristorante Humus”. Arrivati a questo punto, per alcuni del gruppo il viaggio è terminato e domani mattina torneranno a casa. Invece per noi ed altre otto persone il viaggio prosegue alla volta delle “Cascate di Iguazù”.

 

5 gennaio 2018 (El Calafate – Buenos Aires – Iguazù in aereo km 3.100, in bus km 44)

 

Oggi è giorno di partenza e solo una parte del gruppo torna a casa! Noi ed altre otto  persone invece andiamo alle “Cascate di Iguazù”. Partiremo tutti quanti dall’aeroporto di “El Calafate” alle 13,50 e raggiungeremo l’aeroporto di “Buenos Aires” alle 16,45. Lì faremo scalo e saluteremo i nostri amici di viaggio per poi proseguire verso la destinazione finale con un altro aereo. Nell’attesa della partenza da Buenos Aires prevista per le 18,45 (ma partito in ritardo alle 19,30) con arrivo all’aeroporto di “Puerto Iguazù” alle 21,00 circa, abbiamo deciso di cenare, anche se era ancora presto anche perché all’aeroporto di “El Calafate” avevamo mangiato un panino niente affatto gustoso. Per fortuna, all’aeroporto c’era l’Hard Rock Cafè Restaurant, tra tutti gli altri locali, certamente il migliore ed il più pulito anche se non prettamente economico. Qui ci siamo goduti una cenetta coi fiocchi! Poi imbarco e via verso nuovi scenari. Una volta atterrati a destinazione, ci siamo trovati di colpo in piena estate… menomale finalmente un po’ di caldo! Arriviamo così in albergo Hotel Amerian www.portaldeliguazu.com che sono quasi le 22,00. Prendiamo possesso delle stanze e….cosa avevo detto prima?..... un po’ di caldo?..... Aiuto nella stanza dell’albergo si moriva di caldo perché il condizionatore non era stato acceso prima del nostro arrivo e sembrava anche non funzionare ma in realtà sono io che non avevo capito come fare per accenderlo. Alla fine poi tutto è andato a posto e abbiamo dormito al fresco.

 

6 gennaio 2018 (Le Cascate di Iguazù in bus km 96, con trenino 2,3 km e a piedi sulle passerelle km 14)

 

Finalmente oggi vedremo le famosissime “Cascate di Iguazù” Patrimonio Mondiale dell’Umanità! Le vedremo prima dalla parte Brasiliana e poi da quella “Argentina”. Per fare questo, occorre partire molto presto dall’albergo poiché andremo prima in “Brasile”. Bisogna uscire dalla frontiera argentina ed entrare in quella brasiliana e superare tutti i controlli dei documenti e doganali nella speranza che non si rilevino problematiche ostative al passaggio ed inoltre che non ci sia traffico di turisti lungo la strada, essendo sabato giorno non lavorativo. Per questi motivi partiamo alle sette del mattino, il percorso è di circa un’ora in bus e per fortuna e soprattutto grazie all’esperienza della nostra guida, tutto fila liscio. Anche il tempo è perfetto! Arriviamo così al Parque Nacional do Iguacu” www.cataratasdoiguacu.com.br e già si vedono le prime cascate, subito veniamo circondati da  deliziosi animali con i loro piccolini: i “Coati”, appartengono alla famiglia dei Procionidi, sono dotati di una forte socialità e  vivono in gruppi da 4 a 25 individui,  in genere legati tra loro da vincoli di parentela. Ne troveremo tanti altri lungo tutto il percorso, sono innocui, giocherelloni e non hanno paura del genere umano ma la guida ci esorta a non dar loro del cibo altrimenti potrebbero diventare aggressivi. Iniziamo a camminare e lo scenario ci cattura subito per la maestosità delle cascate che si estendono per chilometri e chilometri. Sul letto del fiume, tra le cascate sono state costruite delle passerelle che permettono ai visitatori di camminarci sopra raggiungendo quasi il lato opposto dello stesso. Qui ci si può fermare, dove si vuole per osservare e fotografare questi rovesci d’acqua, imponenti e rigogliosi che ti bagnano completamente. Tutto ciò, mentre il fiume scorre vorticosamente sotto i nostri piedi e ancora si riversa in altre cascate. Il lato Brasiliano, con questo scenario straordinario, è lungo 1,7 km e noi lo percorriamo per intero divertiti ed increduli davanti a tale bellezza! Terminata la parte Brasiliana, rientriamo in Argentina, nuovamente attraversiamo le frontiere e via verso il “Parque Nacional Iguazù” (Argentina) www.iguazuargentina.com per vedere l’altro versante delle cascate. Siccome siamo affamati, prima di proseguire ci fermiamo al ristorante “Fortin Cataratas” www.fortincataratas.com situato all’interno del parco per un buon pranzo a buffet. Una volta pranzato ci rechiamo alla stazione ferroviaria del parco per prendere un trenino verde con le carrozze aperte che rievoca un po’ l’epoca degli inizi del 1900. Dopo un percorso di una ventina di minuti nella foresta, arriviamo alla stazione; scendiamo e qui inizia un percorso lunghissimo, dove attraversiamo numerosi rami del fiume camminando sopra le passerelle come quelle descritte prima del Brasile e sempre con l’acqua che scorre vertiginosamente sotto i nostri piedi, raggiungiamo finalmente le cascate. Qui il percorso è più impegnativo perché il sentiero sale e scende ed è lungo 12 Km. Tutto il gruppo lo percorre per intero compresa la nostra dolce e simpatica mascotte di viaggio: una bellissima bimba di soli otto anni, amorevolmente chiamata Buba che non si è mai lamentata una volta! Queste cascate non hanno nulla da invidiare a quelle brasiliane ….anzi! Dall’alto del sentiero, in più punti giù a valle, vediamo apparire dei gommoni per turisti che si lanciano a tutto gas proprio là dove le cascate si riversano nel letto del fiume e per qualche momento spariscono, coperte dall’enorme nebulosa d’acqua. Che invidia mannaggia…. ci siamo divertiti noi a vederli….. figuriamoci loro che erano lì! Ad ogni modo, ci siamo ripromessi di fare anche noi in futuro questa esperienza.  Il giro è terminato, riprendiamo il trenino, torniamo al punto di partenza e qui la nostra guida ci dice che per chi lo desidera, c’è un altro percorso con le cascate da fare. Noi non ce lo facciamo ripetere e ci andiamo tutti insieme. Rapiti da tutto ciò che ci circondava, non ci siamo resi conto del tempo che avanzava così, siamo stati gli ultimi visitatori ad uscire dal parco dietro caldo invito da parte dei custodi perché il parco chiude nel tardo pomeriggio! Ultima sera di vacanza insieme al gruppo! Si decide di cenare tutti insieme al “Restaurant La Rueda 1975” www.rueda1975.com.ar delizioso ristorantino ad Iguazù dove servono dei piatti di carne e pesce molto ma molto invitanti! 

 

7 gennaio 2018 (Iguazù – Buenos Aires (Argentina) – Roma (I) in aereo km 12.200) (in bus km 82 a piedi km 4)

 

La vacanza è proprio finita e purtroppo è ormai arrivato il giorno della partenza per il rientro in Italia. Però, non volevamo lasciare questo luogo senza compiere un’altra impresa anche se  non era inserita nel programma di viaggio. Noi e un’altra coppia avevamo il desiderio di sorvolare le cascate in elicottero per vederle da una prospettiva diversa. Sapendo di partire alle 16,00 per l’aeroporto, avevamo chiesto già dal giorno prima di prenotarci un volo per questa mattina. Per me e Luca non è la prima esperienza di volo e sappiamo bene cosa si prova quando l’elicottero decolla poi, vira e vedi il suolo sotto di te quasi sottosopra. Per questo non stavamo nella pelle e non vedevamo l’ora di volare! La nostra guida è riuscita a prenotare il volo che parte dall’eliporto in Brasile (GPS= S=25°36'46,60" O=54°28'56,60" 200 m s.l.m.) proprio vicino alle cascate e così questa mattina alle otto siamo partiti. Si è aggregata a noi Leonetta, la nostra accompagnatrice del tour operator che non ha mai fatto questa esperienza e non voleva perdersela! Il volo è durato una quindicina di minuti ed abbiamo visto molto bene le cascate immerse nella foresta infinita. Nessuno di noi dimenticherà questa bellissima esperienza vissuta nel cuore di un paesaggio incredibile! Alle dieci eravamo già tornati in albergo! Visto, che avevamo ancora del tempo a nostra disposizione, siamo usciti dall’albergo e siamo andati poco più in là alla “Plaza Hito Tres Fronteras” (GPS= S=25°35'41,80" O=54°35'25,10" 165 m s.l.m.) dove il “fiume Paranà” proprio in quel punto traccia i confini tra “Argentina, Brasile e Uruguay”. Non vi dico che confusione con l’ora locale, differente in ogni stato sebbene essi siano confinanti. Dopo il pranzo nel ristorante dell’albergo, alle 16,00 siamo partiti per l’aeroporto, dove abbiamo salutato la nostra guida e dopo aver sbrigato le formalità di imbarco, alle 18,30, siamo saliti sul volo che ci ha portato prima a Buenos Aires poi verso l’Italia.

 

8 gennaio 2016 (Arrivo a Roma e trasferimento a Milano in aereo km 470)

 

Viaggiamo tutta notte e alle 16,00 circa siamo a Roma. Baci e abbracci per tutti, qualche occhietto lucido e la promessa di rivederci e tenerci in contatto con i consueti social; qui il gruppo si divide. Noi proseguiamo con volo aereo per Milano, dove arriviamo alle 19,40 circa con un atterraggio piuttosto turbolento! Domani si tornerà al lavoro belli riposati, con tanta ricchezza negli occhi e nei cuori ma pronti per un’altra esperienza di viaggio che faremo con il nostro camper in Olanda, il prossimo aprile.

Ciao alla prossima!

 

Rita Zamichiei


 

 

 

Informazioni generali per il viaggio:

 

Km da Milano in aereo A/R: 30.330 circa

Km in elicottero: 30 circa

Km in bus: 1325 circa

Km in barca: 183 circa

Km a piedi per i trekking (passeggiate): 65 circa

 

Cambi:

Argentina: € 1,00 = Dollaro argentino (ARS) 20,40

 

Fuso orario:

- 4 ore rispetto all’Italia, - 5 ore quando in Italia è in vigore l’ora legale (l’Argentna non adotta l’ora legale)

 

Documenti per l’espatrio: Argentina e Brasile: passaporto in corso di validità (meglio se con validità residua di almeno 6 mesi)

NON è richiesto il visto di ingresso

 

ORGANIZZAZIONE TECNICA: www.tours.it

 

Guide utilizzate: Argentina della National Geographic www.nationalgeographic.it

Trekking in Patagonia della Lonely Planet e

Argentina della Lonely Planet www.lonelyplanetitalia.it

 

Carte stradali utilizzate: Cile & Argentina in scala 1:2.000.000 della Michelin www.ViaMichelin.com e Patagonia & Terra del Fuoco in scala 1:2.200.000 e 1:750.000 della International Travel Maps

www.itmb.com